N.d.L: Il seguente racconto è la versione rivista e corretta di uno scritto originariamente postato da un lettore, sotto forma di commento ad un nostro articolo. Successivamente si è messo in contatto con noi e la sua prosa fresca e avvincente (ma soprattutto il fatto che i nostri autori siano ultimamente produttivi come un finto invalido di Secondigliano) ci ha convinto ad accoglierlo nello staff.
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Cari laydi, voglio narrarvi questa vicenduola.
Dovete sapere che nel mio condominio vivono dei napoletani, noti un po’ a tutti il quartiere per essere dei selvaggi poco inclini al viver civile. L’allegra famigliola di subumani comprende il padre fancazzista, la madre che somiglia ad una zingara e tre figli: un maschio analfabeta manovale/facchino/strusciamuri/sempreinmalattia, una femmina che studia al liceo (sembra l’unica sana della tribù) e poi c’è “la figghiola” [sic].
E’ virgolettato, perchè loro veramente la chiamano così, con l’articolo la, quasi che avesse un titolo preferenziale rispetto all’altra. Sì, lo so che figghiola è siciliano e non napoletano, ma che cazzo volete da me? Andate a lamentarvi con loro.
Titolo preferenziale una bella sega, in realtà, dato che, per qualche strano motivo partenopeo, mentre gli altri due figli conducono una vita abbasatanza normale, la figghiola non studia, non lavora e la tengono (tenevano) sempre chiusa in casa, lasciandola uscire solo per buttare lammunnizz e fare qualche compera nei negozi dei dintorni. La figghiola è brutta e sciatta quanto la madre, dimostra almeno 15 anni in più, parla quasi solo in napoletano, nonostante sia nata e cresciuta qui, ed è dura di cervello come le pigne verdi.
Fatto sta che, a forza di andare al bar latteria all’angolo, è entrata più o meno in intimità con Giuseppe, un altro napoletano che frequentava il baretto.
Questo Giuseppe è un personaggio veramente disgustoso: sempre al bar perchè non aveva un cazzo da fare tutto il giorno, siccome non aveva mai un soldo era sempre intento a scroccare bevute, sigarette e spiccioli da giocare alle macchinette, sempre sudicio e maleodorante, ha una figlia da una mezza mongoloide delle case popolari, di cui si è sempre disinteressato e, ai tempi, aveva un furgone vecchio, scassato e fermo da una vita, in cui dormiva quando veniva cacciato dalla gente presso cui si accampava.
Questo idillio venne purtroppo interrotto dal padre di famiglia (che da adesso chiameremo Pellizzaro) il quale, avendo saputo che la figghiola si comportava da malafimmena, la chiuse direttamente in casa per giorni, senza compere e senza lammunnizz.
Ma l’amore vince tutto e un bel giorno la figghiola scappò, sparì e non ne seppero più nulla per giorni. Nessun avviso, nessuna chiamata, nessuna comunicazione, nessuna lettera in italiano approssimativo. Potete immaginarvi cosa provenisse dalla case dei napulielli: urla, pianti, invocazioni a Sangennà e roba spaccata a qualunque ora del giorno e della notte, tanto che un paio di volte sono arrivati i Carabinieri.
Questo finchè le indagini dello scaltro Pellizzaro non lo portarono ad individuare la locazione della figlia meretrice. Una mattina, verso le dieci, Pellizzaro partì con una bella armata Brancaleone di amici e parenti, terroni obesi e lampadati, donne grasse con bambini in collo, pulcinella, guaglioni mariuoli e stendardi di Maradona e San Gennaro innalzati al cielo, per vendicar pugnando l’onore perduto della figlia.
Raggiunsero il merdoso furgone di Beppuzzo, fecero irruzione e lo trovarono a dormire con la figghiola su un materasso lercio, probilmente rimediato accanto a qualche cassonetto. La figghiola venne trascinata via da Pellizzaro e reclusa nuovamente, mentre l’altro sudicio si salvò dal linciaggio del branco urlante fuggendo via per i vicini campi. Ovviamente la furia dei presenti si sfogò sul furgone che venne sfasciato più di quanto già non fosse.
La vita ricominciò a scorrere normalmente per l’allegra famigliola del sole, del mare e del cuore: Pellizzaro non faceva un cazzo da mane a sera, sua moglie poco di più, dovendo sbrigare le commissioni della figghiola ormai reclusa nella torre, la figlia più piccola continuava a farsi piercing e canne da brava liceale e il fratello ogni tanto andava a lavorare, tra una settimana di malattia e l’altra. Solite litigate coi condomini, soliti parcheggi a cazzo, solita merda gettata dalla terrazza, ecc.
Due o tre mesi dopo, ricomincia il circo. Urli, strepiti, minacce e lamenti in tipico stile da sceneggiata napoletana: LA FIGGHIOLA ERA INCINTA!
Subito ripartì la spedizione punitiva alla ricerca di Peppe, curiosamente introvabile. In compenso infierirono ancora sul furgone, ormai ridotto a dormitorio per gatti e contenitore di nidi di vespe.
Tempo dopo la figghiola abortì. Loro dicono che è stato spontaneo, ma chissà… Effettivamente da reiterate cadute giù per le scale potrebbe spontaneamente derivare un aborto.
Risolto questo incoveniente, Pellizzaro potè finalmente riprendere la sua placida vita di inattivo e improduttivo parassita sociale.
Passarono mesi più o meno normali (due? tre? boh!) e -ZAC- saetta un nuovo fulmine a ciel sereno: LA FIGGHIOLA SPARISCE ANCORA!
Ricomincia il dramma umano con urla, lamenti e invocazioni a Sangennà di stocazzo. Tornarono al furgone-cacatoio, la cercarono al bar, dai vari fancazzisti più noti della zona amici di Beppiniello, ma nulla: la figghiola era introvabile. E intanto in quella casa sembrava che ci fosse il mercato dei polpi: un baccano tremendo e un continuo via vai di parenti, amici e conoscenti in pellegrinaggio, quasi fosse morto qualcuno.
Dopo diversi mesi di dramma sociale, non so come, scoprono che Beppuzzo sta in un palazzo delle case popolari. Si appostano, lo agganciano, lo seguono, fanno irruzione e ritrovano la figghiola.
INCINTA DI NUOVO! E stavolta di diversi mesi.
Praticamente si erano rintanati nella casa dell’handicappata con cui quel selvaggio aveva precedentemente figliato e lei li aveva ospitati per tutti quei mesi. Tempo in cui la figghiola è praticamente stata sempre in casa, per non farsi intercettare dall’intelligence pellizzara. Non lavorando nessuno dei due, c’è da pensare che scroccassero soldi alla mongola, che immagino abbia una qualche sorta di pensione di mongolità.
La figghiola tornò a casa, amorevolmente ricondotta a calci in culo nel suo loculo, sempre più rinchiusa per la vergogna e il disonore, mentre tutto il quartiere derideva Pellizzaro e lui rispondeva minacciando tutti, sempre più paranoico e suscettibile a qualunque riferimento, vero o presunto.
Arriviamo ai giorni nostri. La figghiola ha sgravato ed è nato un bel bambino, che avrà tutto il tempo e gli imput ambientali necessari a diventare un obeso ominide a carico dei contribuenti.
Il buon Peppe, non si sa perchè, vuole il bambino (o quantomeno lo vuole vedere), ma Pellizzaro ha posto il veto e più o meno lo bastona ogni volta che gli capita a tiro. Cosa che ultimamente è successa diverse volte, visto che quella porcheria d’uomo da un po’ di tempo usa dormire sulle panchine del giardino qui vicino (o nelle scale dei vari garages, quando piove). Forse pensa di fare pena e ottenere qualcosa, ma per il momento ha ottenuto solo tanti calci in culo.
Fatto sta che qualche sera fa, verso le 2:00 di notte, torno a casa con lo scooter e vedo il solito sudicio a fumare e bere birra sulla sua panchina preferita. Arrivo sotto casa, scendo nei garages, parcheggio, salgo le scale e dal piano terra sento la voce di Pellizzaro, probabilmente sbronzo, e di suo figlio, che parlano a voce loscamente bassa. Ovviamente mi fermo e sto ad ascoltare, pergustando ricche scene da circo dei disagiati.
Pare stiano per partire per una nuova spedizione punitiva nei confronti di Peppiniello, così scendo le scale, riprendo lo scooter e attendo fuori.
Dopo pochi minuti, eccoti i due giustizieri della notte, armati di un bastone che così ad occhio sembra il manico di una zappa o di una pala, e si dirigono a piedi verso il giardino.
Ovviamente li precedo davanti al giardino, aspettando il lieto avvento. Evidentemente ai due geni della strategia e delle incursioni, pare brutto avvicinarsi silenziosi e guardinghi per prenderlo alle spalle, così cominciano ad urlare vaffammocc kitammuort, figghiebbucchin, asfaccimmimammt e altra roba oriunda già dall’altra parte del giardino, tant’è che Beppiniello, come li sente, comincia a scappare chiedendo aiuto, con loro due dietro ad inseguirlo, urlando come scimmie.
La scena che ne segue non può essere efficacemente resa con le parole: tre babbuini sovrappeso e pesantemente tabagisti, che usano il poco fiato a loro disposizione per svegliare il quartiere intero. Peppe corre svirgolando qua e là come le galline, gesticolando a mani in alto, come per farsi meglio notare, urlando che lo vogliono ammazzare e che qualcuno lo deve aiutare. Gli altri due dietro che lo inseguono urlando più di lui ogni tipo di insulto, minaccia e maledizione, con Pellizzaro che innalza il bastone come William Wallace all’assalto degli inglesi.
A seguire, io in scooter, a godermi la scena e a ridere da solo come un coglione.
Il teatrino si esaurisce in breve, quando Peppino si attacca al campanello della caserma dei Carabinieri, suonando e urlando come un disperato. I due lo raggiungono e lo bastonano di santa ragione, prima che qualcuno abbia il tempo di intervenire.
Scene magiche coi Carabinieri che li dividono, Beppuzzo che si nasconde dietro un cassonetto indicando gli aggressori e urlando roba incomprensibile, Pellizzaro che inveisce perchè “Voi non sapete che ha fatto quel figghiebbucchin!” e suo figlio che rincara la dose dicendo che si stavano solo difendendo.
Poco dopo li fanno entrare tutti e tre. Ovviamente tutti ben noti agli agenti, che li considerano più una seccatura che un reale pericolo.
Oggi a casa di Pellizzaro c’erano gli assistenti sociali e ci sono buone probabilità che si portino via il figlio della figghiola.
Pare che abbiano parlato con qualche condomino e io spero che chiedano qualcosa anche a me. Non vedo l’ora.
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Fine prima parte.
40 Commenti
Finalmente! Era l’ora che a questa roba fosse data la dignità che merita!
Ma Garibaldi non poteva occuparsi di girdinaggio?
E’ bello perchè plausibile.
I napoletani sono davvero dei selvaggi!
O VESUVIO PENSACI TU!
Non posso. Sono tappato dalla munnizz.
Apprezzeremmo un sacco il seguito della vicenduola, lasciato in sospeso anche nei seguenti frammenti di disagio sparsi nei commenti.
Togliete immediatamente la foto del cane quasi da fb prima ke vi fenunciamo tutti. Skifosi. Quel cane e più inteligente di voi.
E TOGLITE ANCHE WUESYA MERDA INFAME SU NAPOLI E SUI NAPOLETANI POLENTONI DEL CAZZO. NAPOLI VI PISCIA IN CULO A TUTTI FROCI CRNUTI!!!!
Vale più uno schizzo del vomito di Giusello di un milione di animalari/napolecani.
Finalmente!!!! Inphame fa il suo ingresso trionfale nello staff di Laydo, portando seco le mirabolanti avventure di Pellizzaro!!!
sì, ma vogliamo storie nuove.
Dio serpente, hanno rimosso un’altra volta la pagina di FB?
ZUCKENBERG INFAME, PER TE CI SON LE LAME.
I napolecani sono la feccia dell’umanità e, se fossimo in un paese civile, quella topaia di città sarebbe sotto coprifuoco militare dal giorno stesso dell’unità d’Italia.
I napoletani sarebbero in grado di andare in Congo e riuscire a far schifo anche agli indigeni.
TU HAI PROBLEMI SECONDO ME COSè UN NAPOLTANO A STUPRATO TUA MADRE E SEI NATO TU
voii romaniii sie te solo una ,manica de co…..e bastaaa e piu fortunati di voiii perke da voiii lo stato non ci trascura come noiii tuttom quàààà e vi credete migliori per questooo siete voi gli ingnoranti ke non riuscite a capire la situazione ma sikkkome napoli e sempre stata la citta piùùùù bella del mondoooo e quindi siete invidiosssiiii parlate cosiiiii forzaaa napoliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii se4ii grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeee……..fieriiiii di essere napoletanii e non polli romani hihihi venite quààà che vi rimpiamo il culoooo
A quando la seconda parte?
Mimmo, il tuo italiano rasenta quello di un nigeriano arrivato ieri su un barcone.
PS: Romani?
Ma dio lucida scroti, possibile che ci dobbiamo trovare questa merda riciclata da quel sito fogna chiamato diocian? Cazzodio, se voglio vedere napolecani che napoleggiano me ne vado su chat campania!
Se è per quello, prima le postavo qui come commento e poi sul canale.
lol diochan
Inphame, non fare l’offeso come una scolaretta obesa messa alla berlina. Il Cagone è perennemente incattivito, fanculizzallo, se ti va, e rendici partecipi del seguito delle avventure dei nostri. Possibilmente degli inediti.
Ho paura che, prima di leggere storie inedite del Pellizzoide, ci tocchino le ristampe delle vecchie.
CAPOLAVORO!
Vogliamo altro disagio!
Ho un amico troppo pazzerello a cui piace bere e drogarsi.
Lui vive a Londra, ma quando torna in qua spesso usciamo e una cosa che gli piace fare, quando è su di giri, è avvicinarsi alle vetrine o alle pedane esterne dei ristoranti, mettersi due dita in gola e dare una bella rigozzata sotto gli occhi di quelli che stanno mangiando.
Una volta vomitò direttamente sulla vetrina e proprio attaccato al vetro c’era un tavolo con una coppietta a mangiare. Lei carina, sui 25 anni, dall’aria un po’ snob. Lui, sulla quarantina, sembra il classico burino sovrappeso coi soldi, che a 18 anni girava col Mercedes ma non distingueva il congiuntivo dalla cicoria.
La rigozzata di brodaglia a base di birra, superalcolici e kebab imbratta il vetro praticamente all’altezza delle loro facce, per poi sgrondare giù con lunghe colature variegate di pezzettoni. La tipa inizia ad urlare, poi si mette una mano sulla bocca e si ripiega in due. Il resto della saletta si gira verso la finestra per poi avere reazioni disgustate. Il tipo invece dà di matto, ci fa vedere il pugno e ci urla minacce, mentre gli ridiamo in faccia.
Alla fine sbotta, getta da parte la sedia ed esce con l’aria pericolosa di quello che ha perso la testa, non ragiona più e potrebbe fare una di quelle cose che leggi il giorno dopo sul giornale. Noi cominciamo a scappare via ridendo e perculandolo.
All’improvviso quello che ha vomitato rallenta, aspetta che il tipo sia abbastanza vicino e gli sputa addosso i residui di rigurgito che gli erano rimasti in bocca. Poi ricomincia a scappare anche lui, deridendolo e urlando come una scimmia.
Il tipo ci insegue per due o tre minuti finchè, girato un angolo, non arriviamo in una via piena di gente e ci infiliamo in un bar affollato.
Ricordo ancora perfettamente le sue urla animalesche con cui ci minacciava di morte, torture, fuoco e zolfo, con una voce roca che ogni tanto veniva strozzata dalla rabbia. Credo abbia rischiato l’infarto.
Poi il mio amico si è drogato e alcolizzato di nuovo, quindi l’abbiamo abbandonato a dei magrebini. Probabilmente avranno abusato di lui.
Bellissimi ricordi, con un deficiente che leggeva ‘sta roba e ha commentato per anni su laydo prendendosela con Cagone e dandogli della fetamma
Ma come minchia scrivi, bimgobongo? “Lieto avvento”. Ma vai a sciacquare le mutande in Arno, analfabeta del cazzo.
Lieto avvento = gaudioso arrivo (dei due oranghi)
Cos è che ti cruccia? Sei napuliello forse?
roma merda roma puzza di infamita di bucchini
FORZA NAPOLI, SONO FIERO DI ESSERE UN PARTONOPEO. NAPOLI VI ODIA ERUTTA A VOI LE MERDE.
CAPOLAVORO!
Napoli bella città, zingaro di qui merda di là
I napoletani sono veramente gente subsahariana.
Era questa la serie d’articoli che aspettavo con tanta pena. Grazie.
Devo andare a Napoli mercoledì, cazzo
Che cazzo ci vai a fare in quel cacaio terzomondista? Il safari?
Stamattina scene di degrado accanto a casa mia. Spassosa rissa tra una famiglia di napoletani (noti al vicinato per le loro trovate da zingari) e il fidanzato magrebino della figlia.
Ci tengo a precisare che lei avrà 18/19 anni (anche se ne dimostra il doppio) e lui ne avrà probabilmente più di 35.
Dopo una scenata, di cui si ignorano le cause, che fa sembrare il mercato dei polpi una discussione tra fini intellttuali, la napuliella strappa il cellulare di mano al cammellaio e lo lancia in mezzo di strada.
Lui urlando offese lo va a riprendere (non so se si sia spaccato o meno), poi comincia prendere a calci il furgone del padre di lei. A quel punto, il padre pensa bene di mettersi a prendere a calci il motorino del cammellaio. Tutto questo mentre le due pruvase urlano e inveiscono come scimmie roba incomprensibile nella loro lingua bantù.
Alla fine il padre di lei torna in casa di corsa ed esce con un tubo di ferro. Nel frattempo però il sabbianegro è già salito sul motorino e sta scappando urlando insulti ai napolielli, che ovviamente urlano insulti a lui, in un sovrapporsi di gestualità e di versi animaleschi che fa pensare ad una gabbia di babbuini, drogati per divertimento dal guardiano dello zoo.
Alla fine riecheggia una voce da una finestra:
“Accident’ a voi, a Garibaldi e ai’ttrenaccio infame che va portahi qui!!!”
Napoletani subumani
Grazie COVID, ammazzali tutti dalla toscana in su <3