Categoria: Società e attualità

SocIetà si scrive con la “i”, bifolchi!

Le cronache di Pellizzaro – parte II

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Sezione: Disagio urbano

N.d.L: La seguente raccolta comprende la versione rivista e corretta di aneddoti originariamente scritti come commenti da un lettore, adesso diventato autore. Nel primo articolo potete leggere l’antefatto.

 

Nuova scenata di Pellizzaro raccontatami poco fa dal vicino della casa accanto.

Il caro Pellizzaro, essendo terrone, risulta ovviamente invalido e quindi ha il tagliando per gli appositi parcheggi, anche se ancora nessuno ha capito quale sia il suo handicap, a parte rassomigliare ad un grasso lumacone sfatto e ansimante.

Nel nostro condominio c’è una famiglia che si traferisce altrove e l’altro giorno c’era il camion della ditta che sta facendo il trasloco. Dovendo caricare, si sono piazzati proprio davanti all’ingresso, occupando in parte anche il parcheggio, non nominale ma che il buon Pellizzaro ritiene sua esclusiva proprietà privata.

Mentre se ne stanno lì a sfacchinare al caldo di agosto, arriva il mariuolo sulla sua vecchia classe A e comincia a suonare sguaiatamente perché si spostino.

Quando uno dei facchini si avvicina e gli chiede cosa voglia, il selvaggio comincia a inveire dicendo che lui deve parcheggiare e che loro gli stanno bloccando il posto.

Il facchino risponde educatamente che hanno occupato solo pochi centimetri della spazio oltre la riga  e che facendo due manovre ci può entrare comunque senza problemi, mentre loro col camion e la roba da caricare sarebbero un po’ in difficoltà a spostarsi altrove, ma Pellizzaro non sente ragioni e vuole che gli facciano posto.

Il facchino allora gli fa notare che poco più avanti e più indietro c’è un sacco di posto, visto che effettivamente siamo in pieno agosto e la strada è semideserta.

A quel punto Pellizzaro comincia ad urlare e a napoletaneggiare che il parcheggio è suo, che glielo devono liberare , che non c’è più rispetto per gli invalidi e gli farebbe provare cosa vuol dire essere al posto suo e altre cazzate del genere.

Vi prego di notare che la seguente scena è avvenuta tra un improduttivo fancazzista parassita finto invalido, seduto nella sua macchina col condizionatore acceso, e un facchino sudato intento a caricare mobili sotto il sole di agosto.

Il suddetto facchino allora perde le staffe e comincia a rispondergli quello che si merita, finchè non arriva un suo collega un po’ più furbo che si avvicina a Pellizzaro e gli fa “Buongiorno signore. Guardi… se non le riesce parcheggiare, se vuole possiamo parcheggiargliela noi.”

A quel punto Pellizzaro, punto nel vivo della sua terrona virilità, li manda a fare in culo, parte sgommando e non parcheggia nè lì, nè più avanti nella via. Semplicemente se ne va, urlando insulti e facendo rombare inutilmente il motore a testimonianza del suo essere un vero uomo.

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Teste di cazzo levate subito quella foto

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Sezione: Dal mondo di Giudeobook

Come i più attenti di voi avranno notato, abbiamo raggiunto l’invidiabile traguardo della decima chiusura della pagina Facebook. Vedremo se aspettare che magari ce la riaprano, se e quando aprirne una nuova, se abbandonare il progetto per diventare brave persone o se trasferirci nel sud est asiatico per approfittare sessualmente della povertà locale.

Ma non vogliamo parlare dell’ennesima chiusura, bensì del degno epilogo.

Dopo Graziello, Mariello e Gabriello, una nuova tragica storia (falsa) di violenza e abusi aveva sciolto il cuore di qualche centinaio di gonzi, boccaloni, canare isteriche mestruate, tardone in menopausa e altra umanità disagiata.

Questo finchè la padrona della bella bestiola, che infatti abbiamo scovato su Google cercando foto di cani brutti (Fabiana, provare per credere), non è giunta su Laydo avanzando strane pretese e minacce di denunce per furto di proprietà intellettuale [sic], con un circense seguito composto da una degna rappresentanza delle succitate categorie.

Scene paradossali con babbei che credono alla solita storiella inventata invocando il solito repertorio di morte e torture, quelli svegli che la sanno lunga denunciano l’evidente fotomontaggio (“pure fatto male”) e la cara padroncina, coadiuvata dal suo fiero manipolo, che si prodiga a spiegare che quella specie di curioso incrocio tra un cinghiale e una iena non è un fotomontaggio, esiste davvero, ma che la storia è falsa. Restando ovviamente ignorata dai più, troppo impegnati a condividere perchè loro hanno un cuore.

Purtroppo, l’appello per l’adozione del povero Giusello è stato vilmente rimosso da Facebook, dietro segnlazione dei crudeli nemici degli animali (qui trovate la nuova versione con la foto di un altro cane storpio “non protetto da copyright”). Ha però avuto il tempo di generare spassosi teatrini, tra cui la discussione con una illustre attivista che, per rispetto della legge sulla privacy, chiameremo Stolta Canara Illetterata.

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Le cronache di Pellizzaro – parte I

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Sezione: Disagio urbano

N.d.L: Il seguente racconto è la versione rivista e corretta di uno scritto originariamente postato da un lettore, sotto forma di commento ad un nostro articolo. Successivamente si è messo in contatto con noi e la sua prosa fresca e avvincente (ma soprattutto il fatto che i nostri autori siano ultimamente produttivi come un finto invalido di Secondigliano) ci ha convinto ad accoglierlo nello staff.

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Cari laydi, voglio narrarvi questa vicenduola.

Dovete sapere che nel mio condominio vivono dei napoletani, noti un po’ a tutti il quartiere per essere dei selvaggi poco inclini al viver civile. L’allegra famigliola di subumani comprende il padre fancazzista, la madre che somiglia ad una zingara e tre figli: un maschio analfabeta manovale/facchino/strusciamuri/sempreinmalattia, una femmina che studia al liceo (sembra l’unica sana della tribù) e poi c’è “la figghiola” [sic].

E’ virgolettato, perchè loro veramente la chiamano così, con l’articolo la, quasi che avesse un titolo preferenziale rispetto all’altra. Sì, lo so che figghiola è siciliano e non napoletano, ma che cazzo volete da me? Andate a lamentarvi con loro.

Titolo preferenziale una bella sega, in realtà, dato che, per qualche strano motivo partenopeo, mentre gli altri due figli conducono una vita abbasatanza normale, la figghiola non studia, non lavora e la tengono (tenevano) sempre chiusa in casa, lasciandola uscire solo per buttare lammunnizz e fare qualche compera nei negozi dei dintorni. La figghiola è brutta e sciatta quanto la madre, dimostra almeno 15 anni in più, parla quasi solo in napoletano, nonostante sia nata e cresciuta qui, ed è dura di cervello come le pigne verdi.

Fatto sta che, a forza di andare al bar latteria all’angolo, è entrata più o meno in intimità con Giuseppe, un altro napoletano che frequentava il baretto.

Questo Giuseppe è un personaggio veramente disgustoso: sempre al bar perchè non aveva un cazzo da fare tutto il giorno, siccome non aveva mai un soldo era sempre intento  a scroccare bevute, sigarette e spiccioli da giocare alle macchinette, sempre sudicio e maleodorante, ha una figlia da una mezza mongoloide delle case popolari, di cui si è sempre disinteressato e, ai tempi, aveva un furgone vecchio, scassato e fermo da una vita, in cui dormiva quando veniva cacciato dalla gente presso cui si accampava. Leggi tutto »

“Noi aggrediamo il futuro!” ovvero: Il lavoro ai tempi della merda

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Sezione: Catarsi addosso

Mattina: mando uno sproposito di curriculum rispondendo a random un po’ a tutti gli annunci trovati in rete.

Primo pomeriggio: DRIIIN.

“Pronto?”
“Prontobuongiornolastochiamandoinmeritoallasuacandidaturaperlannunchioche…”
“Eh?”
“Buongiorno, la sto chiamando in merito alla sua candidatura per il nostro annuncio di lavoro.”
“Ah, buongiorno.”
“Buongiornonoistiamocercandopersoneperlavorodifrontofficebackofficesegr…”
“Scusi?”
“Le dicevo che stiamo cercando persone per lavoro di front office, back office, segreteria, magazzino, gestione commerciale e varie altre posizioni. Vorremmo fissarle un colloquio conoscitivo. Potrebbe venire oggi pomeriggio alle 18:00?”
“Guardi, purtroppo oggi pomeriggio ho un impegno da cui non posso liberarmi.”
“Ok, forse trovo un buco domattina alle 9:00.”
“Sono desolato, ma…”
“Alle 10:00?”
“No, vede…”
“Alle 11:00?”
“Ok.”
“Perfetto, venga domattina con il curriculum stampato!”
“Mi scusi, ma di che azienda di tratta?”
“Masdfgarehgrf.”
“Come, scusi?”
“Mastrsrvc.”
“Abbia pazienza, ci deve essere la linea disturbata.”
“Master Service.”
“Ah, capito. E di cos…”
“Mi raccomando, domani alle 11:00 in via xxxxxx XX all’Osmannoro. E si ricordi il curriculum.”
“Certamente. Buonas…”
Clunk.

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Ritenta, sarai più fortunato!

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Sezione: Dal mondo di Giudeobook

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Visto che caricare questa immagine su FB ha creato in passato qualche problemino (leggasi “preludio alla chiusura”), riteniamo che forse sia meglio evitare di pubblicarla nuovamente su quel covo di circoncisi.

 

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E quattro!

9
Sezione: Dal mondo di Giudeobook

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A breve riapriremo, ma ora ci fa un po’ fatica.

 

Auguri, bacini e petardi in culo 2014

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Sezione: Usi e costumi

Nessun morto e 351 feriti (di cui 51 a Napoli) per i botti di Capodanno. Un bollettino deludente rispetto agli anni passati, a testimonianza di quanto la nobile tradizione di festeggiare l’anno nuovo , facendo esplodere cose e persone, stia perdendo colpi.

Non abbiamo dati sulle vittime animali, ma basterà attendere poche ore perchè gli animalisti si scatenino su Facebook fornendo cifre inventate a 18 zeri.

Ma a proposito di tradizioni, come Natale non è Natale senza “Una poltrona per due”, Capodanno non è Capodanno senza petardi in culo.

Ricordiamo che, per quanto i botti e razzi siano utilissimi per cagionare spassose amputazioni di dita a caso, e pare anche per spaventare i cani, soltanto i mediocri si limitano a queste due banali attività di routine. I più ingegnosi hanno occhio per vedere ciò che gli altri non vedono, ipotizzare nuovi scenari e nuove applicazioni, innovare e mostrare al volgo le infinite possibilità del caso.

Come per esempio cacciarsi petardi nel baugigi e arrostirsi sfintere e prospicenti zone.

Laydo si unisce agli inutili festeggiamenti con il più classico dei classici, e vi augura un buon 2014 pieno di risate inopportune, denigrazione del prossimo e sdegno di chi vi circonda.

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Muʿammar Akbar! (boom)

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Sezione: Società e attualità
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1,640 € per darvi fuoco

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Sezione: Oggi offendiamo...

Oggi parliamo di svantaggiati.

“Uh, ma che novità!” direte voi, “In genere si parla di premi nobel…”.

No no, oggi ritorniamo ad un tema già trattato in passato, ma che i suddetti diversamente abili mantengono attualissimo di anno in anno, a inequivocabile testimonianza del loro sacrosanto diritto a ricevere ospitalità  in un qualche centro ricco di gente che sbava, parla con le mosche e gioca con la merda.

Parliamo di catene di Sant’Antonio, nella fattispecie di una che gira ormai da anni ma che ultimamente è tornata alla ribalta, facendola da padrona su Facebook: la catena su come fare a pagare meno la benzina.

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Per non dimenticare

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Sezione: Società e attualità

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