N.d.L: La seguente raccolta comprende la versione rivista e corretta di aneddoti originariamente scritti come commenti da un lettore, adesso diventato autore. Nel primo articolo potete leggere l’antefatto.
Nuova scenata di Pellizzaro raccontatami poco fa dal vicino della casa accanto.
Il caro Pellizzaro, essendo terrone, risulta ovviamente invalido e quindi ha il tagliando per gli appositi parcheggi, anche se ancora nessuno ha capito quale sia il suo handicap, a parte rassomigliare ad un grasso lumacone sfatto e ansimante.
Nel nostro condominio c’è una famiglia che si traferisce altrove e l’altro giorno c’era il camion della ditta che sta facendo il trasloco. Dovendo caricare, si sono piazzati proprio davanti all’ingresso, occupando in parte anche il parcheggio, non nominale ma che il buon Pellizzaro ritiene sua esclusiva proprietà privata.
Mentre se ne stanno lì a sfacchinare al caldo di agosto, arriva il mariuolo sulla sua vecchia classe A e comincia a suonare sguaiatamente perché si spostino.
Quando uno dei facchini si avvicina e gli chiede cosa voglia, il selvaggio comincia a inveire dicendo che lui deve parcheggiare e che loro gli stanno bloccando il posto.
Il facchino risponde educatamente che hanno occupato solo pochi centimetri della spazio oltre la riga e che facendo due manovre ci può entrare comunque senza problemi, mentre loro col camion e la roba da caricare sarebbero un po’ in difficoltà a spostarsi altrove, ma Pellizzaro non sente ragioni e vuole che gli facciano posto.
Il facchino allora gli fa notare che poco più avanti e più indietro c’è un sacco di posto, visto che effettivamente siamo in pieno agosto e la strada è semideserta.
A quel punto Pellizzaro comincia ad urlare e a napoletaneggiare che il parcheggio è suo, che glielo devono liberare , che non c’è più rispetto per gli invalidi e gli farebbe provare cosa vuol dire essere al posto suo e altre cazzate del genere.
Vi prego di notare che la seguente scena è avvenuta tra un improduttivo fancazzista parassita finto invalido, seduto nella sua macchina col condizionatore acceso, e un facchino sudato intento a caricare mobili sotto il sole di agosto.
Il suddetto facchino allora perde le staffe e comincia a rispondergli quello che si merita, finchè non arriva un suo collega un po’ più furbo che si avvicina a Pellizzaro e gli fa “Buongiorno signore. Guardi… se non le riesce parcheggiare, se vuole possiamo parcheggiargliela noi.”
A quel punto Pellizzaro, punto nel vivo della sua terrona virilità, li manda a fare in culo, parte sgommando e non parcheggia nè lì, nè più avanti nella via. Semplicemente se ne va, urlando insulti e facendo rombare inutilmente il motore a testimonianza del suo essere un vero uomo.