Categoria: Società e attualitÃ
Bambini al cartoccio
LAYDO SUPPORTA BIGAZZI E I PIATTI A BASE DI GATTO!!!
Oggi, 15 febbraio 2009, una data segnata dall’infamia, il benemerito Giuseppe Bigazzi è stato improvvisamente ed intenzionalmente sospeso da La Prova del Cuoco, noiosossima trasmissione per vecchie casalinghe annoiate relegate in cucina, che aveva come unica attrattiva la presenza del suddetto Bigazzi.
Amante del bene mangiare e del bene bere, come ogni toscano degno di questo nome, il buon Bigazzi negli anni ha più volte messo nero su bianco questa sua passione pubblicando diversi libri, scrivendo su rubriche di gastronomia e ricevendo innumerevoli riconoscimenti. Insomma, non un pestamerde qualsiasi tipo gli opinionisti della De Filippi o i grandi giornalisti di Mattino 5, ma un competente, genuino e schietto divulgatore della divina arte culinaria.
E perchè mai i dirigenti della Rai avrebbero deciso di sospendere Bigazzi?
Nonno Fiorucci: opere e analisi ragionata
In un periodo di forte scontro tra fede e laicità , che coinvolge il nostro paese sotto il punto di vista sia sociale che politico, poteva forse Laydo non occuparsi dell’argomento?
Potevo forse io non pronunciarmi in merito, cercando allo stesso tempo di inoculare a viva forza un po’ di coatta erudizione nelle vostre testoline di guano, tanto obnubilate dalle vacue facezie televisive quanto impermeabili agli stimoli della cultura?
Ecco quindi che, nell’arduo tentativo di digrezzare voi marrani e contemporaneamente dimostrare tutto il mio apprezzamento alla religione e alla Santa Sede, ho deciso di recuperare uno dei nostri primi articoli, datato 15 settembre 2008, rivederlo e ampliarlo con una più approfondita analisi di un personaggio purtroppo omai defunto, ma che le sue stesse opere hanno consegnato all’immortalità , in un tripudio espressionista che non trova eguali nemmeno nella produzione di Fritz Lang o Robert Wiene.Â
Chi lo conosce avrà quindi un’occasione in più per godere ancora della sua magnificente opera. Chi non lo conoscesse può invece, grazie a questa piccola antologia, mettere una pezza alle sue gravi carenze culturali da burinissimo italiano medio.
I primi otto video sono considerati un po’ l’opera magna del Fiorucci. La qualità audio e video non sono delle migliori, ma ciò non preclude minimamente il valore artistico e umano di queste opere, fortunatamente giunte fino a noi.
Vogliamo quindi ripercorrere la sua produzione, evidenziando i punti salienti delle creazioni di un artista, purtroppo escluso dal gotha del mondo dell’arte e ostracizzato dalla chiusura mentale e dall’esasperato, e spesso falso, accademicismo che va oggi per la maggiore nei più blasonati atelier di presunti artitisti.
Ripercorriamo quanto il Maestro ci ha donato, con la grata consapevolezza del fatto che solo chi è ricco può permettersi di donare.
Mattino 5
Scusatemi! Non voglio monopolizzare il sito. Lo so, è già il mio terzo articolo di fila. Mi scuso vivamente con chi attende le analisi dell’esperto, le recensioni culinarie o le puttanate di Debby Fashion, ma questo è troppo.
Una volta ho visto un sudato lardoso seminudo con le emorroidi come grappoli d’uva, la piorrea, la psioriasi e la maglietta dei Dari, che abusava sessualmente di un cane morto. Bè… è la seconda cosa più schifosa che abbia mai visto.
In un paese di giornalisti appecoronati al potere, schiavi del sistema e strumentalizzati dai grandi padroni, è bello vedere che qualcuno tenta di affossare ancora di più la dignità della categoria, ignorando deliberamente che il proprio lavoro sia dare delle notizie e non fare propaganda e scadente opinionismo da parrucchiera per signore.
Ed è così che i nostri prodi reporter di Mattino 5, sputando grumi gialli sulla tomba dei compianti Biagi e Montanelli, ci regalano un raro esempio di pseudogiornalismo che farebbe la sua degna figura su Cioè, Top Girl o qualunque altra pubblicazione diretta ad un target di lobotomizzati col pennato.
Le catene di sant’Antonio
E insomma, di mentecatti il mondo è pieno, ma oggi voglio prendermela con un’infima categoria di debosciati che su internet hanno trovato terreno fertile per molestare i normali, con continue ed assillanti dimostrazioni del proprio ritardo mentali: i ceppiconi che spediscono le catene di san’Antonio.
E prima ti arriva quella che devi mandare il messaggio almeno a venti persone, sennò MSN (o Facebook nella variante più moderna) diventa a pagamento, poi ti arriva quella del bambino nato senza culo che ha urgentemente bisogno di soldi per farsi operare prima di esplodere in un tripudio di feci, poi c’è quella che devi inviare 98097967685 mail per avere fortuna altrimenti sarai perseguitato dalla sfiga, poi riapri la posta e ti ritrovi quella col bel pensierino moralista sul volersi bene o sul non bere prima di guidare, per non parlare di quella che ti dice di conservare gli scontrini per darli a qualcuno di non meglio precisato che li darà a qualcun’altro che li darà a qualcun’altro ancora e che quando saranno tanti ci compreranno una carrozzina per un bambino handicappato, o di quella contro contro la guerra che la devi mandare per forza perchè sennò sei uno schifoso guerrafondaio ed è anche colpa tua se in qualche zozzo paese del centrafrica la gente si scanna col machete.
Il vomito
Non è sensazionale come qualcosa che ci appare succulento e appetitoso al momento della sua ingestione, possa diventare, nel giro di pochi minuti, ripugnante a vedersi e odorarsi, se espulso oralmente prima della regolare digestione?
Il vomito come emblema della volubilità umana!
O forse invero ci rivela la realtà ingannevole delle cose che, dopo averci tentato, svelano la loro vera natura, come a volerci rendere coscienti della nostra scarsa comprensione dell’esistenza. Un’idea che porta quasi a sottolineare lo stato di una realtà intrinsecamente marcia e ributtante che cerchiamo di addolcire, non volendola vedere e accettare, con incosci artifizi volti a costruirci intorno un illusorio stato delle cose.
Analogamente a quanto ci insegna Platone col suo mito della caverna, potremmo anche ipotizzare che il cibo prima dell’ingestione rappresenti una fallace pararealtà in cui siamo costretti e che invece il cibo rigettato rappresenti la realtà raggiunta con grandi sforzi (specialmente di diaframma) da chi riesce a liberarsi dal giogo dell’illusione, ma sgradita e osteggiata dalla massa, reazionaria e meno illuminata.
Dopo Cassandra derisa per le sue rivelazioni sul cavallo di Troia e Galileo condannato per la sua teoria di copernicana memoria sul moto dei corpi celesti, chiaramente anche il sottoscritto si trova ad essere incompreso per le sue considerazioni revisioniste sul vomito. Da sempre chi è illuminato ed avanti coi tempi si trova a doversi scontrare con l’ignoranza e la chiusura mentale della incolta massa.
Laydo e gli oscuri retroscena delle ricerche su Google (parte II)
Viva Google!
Son passati nemmeno quattro mesi dal primo articolo dedicato ai gusti e alle ricerche private degli internauti su Google. Memorabili le ricerche del diretto “voglia di pene”, del probabile giapponegro che cerca “assorbenti usati”, del raffinato cinefilo estimatore di Culo Caverna e di svariate altre ricerche elencate nell’articolo, ma già se ne richiede un secondo, vista la mole di nuove ricerche a dir poco degne di nota.
La Merda
E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parea s’era laico o cherco.
Dante Alighieri, Inferno, XVIII, 114-116
.
Quale miglior simbolo della globalità , dell’uguaglianza, della caducità dell’essere e della sua ciclicità ?
La merda è vita! La merda è morte! La merda è l’humus da cui risorge la vita come araba fenice.
La merda è prodotto e rifiuto. L’emblema di un riciclaggio perfetto che da anni perseguiamo. La merda è l’indispensabile anello di congiunzione nelle più svariate catene biologiche.
La merda è repellente. La merda è attraente. La repulsione che suscita va di pari passo con la lercia soddisfazione che si prova a discuterne e ad avventurarsi in scabrosi particolari.
La merda è un rifiuto. La merda è un valore. La merda è la prima cosa che il bambino considera come un bene, di cui far dono alla madre, come insegna quel depravato di Freud.
Ma la merda è qualcosa che noi rifiutiamo, espellendola? O è la merda a rifiutarci, andandosene dal nostro corpo?