Nessun morto e 351 feriti (di cui 51 a Napoli) per i botti di Capodanno. Un bollettino deludente rispetto agli anni passati, a testimonianza di quanto la nobile tradizione di festeggiare l’anno nuovo , facendo esplodere cose e persone, stia perdendo colpi.
Non abbiamo dati sulle vittime animali, ma basterà attendere poche ore perchè gli animalisti si scatenino su Facebook fornendo cifre inventate a 18 zeri.
Ma a proposito di tradizioni, come Natale non è Natale senza “Una poltrona per due”, Capodanno non è Capodanno senza petardi in culo.
Ricordiamo che, per quanto i botti e razzi siano utilissimi per cagionare spassose amputazioni di dita a caso, e pare anche per spaventare i cani, soltanto i mediocri si limitano a queste due banali attività di routine. I più ingegnosi hanno occhio per vedere ciò che gli altri non vedono, ipotizzare nuovi scenari e nuove applicazioni, innovare e mostrare al volgo le infinite possibilità del caso.
Come per esempio cacciarsi petardi nel baugigi e arrostirsi sfintere e prospicenti zone.
Laydo si unisce agli inutili festeggiamenti con il più classico dei classici, e vi augura un buon 2014 pieno di risate inopportune, denigrazione del prossimo e sdegno di chi vi circonda.
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Erano circa le 1:30 e stavo adescando un’estetista illetterata ma dalle tette ipnotiche, nell’ostentata opulenza del Colle Bereto, zona dehors naturalmente, bevendo Singapore Sling con MDMA a parte, per nascondermi dalla brutale realtà di quello sfavorevole anno di Nostro Signore 2013 [omaggio], quando vidi passare un negro su uno scooter che aveva tutta l’aria di essere il mio.
In preda ad un immediato sospetto dettato da atavici pregiudizi razziali ho telefonato a Petru che mi ha subito rassicurato: non era il mio. Il mio era in giardino a tagliare l’erba.
Questo giusto per aprire con sbarazzina simpatia e salutare voi amati lettori dopo il mio lungo periodo di assenza, dovuta a vari motivi che non starò ad elencare perchè non ricordo le parole esatte del giudice. Leggi tutto »
Ho visto fame. Ho visto miseria. Ho visto gli orrori della guerra scolpiti sulle lapidi e sui corpi martoriati delle persone. Ho visto giovani donne vendere i loro corpi, precocemente invecchiati dalle privazioni, per poter sopravvivere. Ho visto bambini mutilati, arrancare sotto il sole cocente per chilometri, trasportanto a casa l’acqua dal pozzo più vicino.
Quindi non posso lamentarmi della mia vacanza in Africa Nera.
Specialmente di Saib, un bambino zoppo e senza un braccio che ogni giorno cammina più o meno due ore per portare a casa un secchio d’acqua potabile. Spassosissimo.
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Tempo fa, parlando con il padre di Petru, tra una sigaretta e un pompino da sua figlia incinta, ho scoperto che esiste un cospicuo giro di affari che gravita attorno ai combattimenti clandestini di cani. Così, forte del mio indubbio senso civico, ho adottato subito dieci cuccioli di Green Hill.
In questo momento si trovano in addestramento al campo paramilitare del caro amico Drusan Radavic, mercenario serbo fuggito dai Balcani dopo un malinteso a Srebrenica circa il riempimento di alcune fosse.
Le massicce dosi di ormoni e stimolanti stanno facendo il loro lavoro e presto i cagnolini saranno pronti per gli scontri seri. Capisco che, sulle prime, possa sembrare riprovevole imbottire un essere vivente di sostanze chimiche di incerta composizione e somministrate in maniera approssimativa, per poi trascinarlo confuso la notte in qualche losco vicolo e offrirlo in sacrificio al divertimento di una moltitudine di brutti ceffi dalla dubbia moralità .
Ma suvvia, siamo seri. Chi non ha mai fatto lo stesso dopo aver versato di nascosto dello Zolpidem nel gintonic di una turista americana?
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BASTA KON LA SPERIMETAZZIONE ANIMALE KE E’ INUTILE E KRUDELE!!!!! INFORMATEVI, INNIORANTI!!!!! IO LO SO XKE’ LO’ LETTO SU FACEBOOK!!!!!
(Rigorosamente in maiuscolo, con le kappa e tanti punti esclamativi, che così fa più effetto.)
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Questo può grossomodo riassumere il livello dell’attuale clamore sorto attorno alla sperimentazione animale.
Clamore dovuto, ricordiamo, al fatto che giornali e tg, non avendo un cazzo da raccontare, abbiano eletto la faccenda a questione calda del momento. Questione che probabilmente occuperà gli onori di cornaca finchè la velina di turno non si farà montare da qualche calciatore analfabeta, rubando la scena ai poveri cuccioli di beagle di Green Hill.
Perchè questo siete, voi animalisti improvvisati. Un semplice branco di pecoroni che vanno dove li guida il pastore. Siete lo squallore dell’animalismo per moda, senza raziocinio e senza conoscenza, trainato dai media che ne fanno del gossip più o meno al livello del culo di Pippa Middleton, della vita di coppia di Brad e Angiolina, delle tamarrate di Balotelli o della farfalla di Belen. Leggi tutto »
Successe che un giorno un bambino cominciò ad andare a scuola e, confrontandosi per la prima volta con i coetanei, scoprì di essere diverso, incontrando seri problemi di comprensione, apprendimento e relazioni sociali. Non è dato sapere se fossero conseguenza di forte deficit intellettivo, devianze psicologiche o sviluppo difficile, dovuto ad un ambiente domestico particolarmente degradato. Molto probabilmente, si trattava di una buona commistione delle tre concause.
Fatto sta che fu alfine deciso di assegnargli un’insegnante dedicata, ascrivendolo ufficialmente al pubblico registro dei bambini scemi.
Gli anni passavano e, non più bambino ma ormai adolescente, era sempre più conscio della sua invalidante inadeguatezza, inanellando un fallimento dietro l’altro, sul campo degli studi, del lavoro, dei rapporti con l’altro sesso e di qualunque tipo di attività sociale o intellettiva.
Solo, deriso ed emarginato dalla società , scoprì infine un luogo dove gli svantaggiati come lui si ritrovano periodicamente per sentirsi liberi di dare sfogo ai propri elementari istinti di rivalsa, in un collettivo amalgama di latente omosessualità : lo stadio.
Questo è grossomodo ciò che immagino essere il background biografico dell’ultrà medio, se escludiamo le molestie sessuali subite dallo zio.
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Guardati, fai schifo! Sei uno spregevole e inutile rifiuto! Non vali neanche lo sporco che ho sotto la suola delle scarpe! Spero di vederti morire, disgustoso lurido verme strisciante senza dignità !
Con queste parole, quella insensibile concluse il carico di offese che mi urlava sadicamente addosso da almeno venti minuti. Dopodichè mi sputò in faccia con disprezzo e mi colpì a tradimento con una ginocchiata tra le gambe. Sentii una terribile esplosione di dolore al basso ventre e crollai a terra svenuto.
Ripresi conoscenza dopo circa un quarto d’ora, sdraiato nudo sul freddo pavimento e pieno di lividi ovunque. Mi alzai dolorante togliendomi la ball gag (per voi ignoranti), mi rivestii, pagai la Sadika Mistress e me ne andai discretamente soddisfatto.
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Ho passato il pomeriggio dell’ 11/11/11 mollemente sbracato sul sofà del mio salotto, dando indolenti boccate ad una ininterrotta serie di sigarette e cercando, con malcelata noia, di dimostrarmi interessato all’apologia che la madre del Gabbo mi stava facendo del suo bravo figliuolo. Dopo un pistolotto di un’ora con cui aveva cercato di convincermi a farmi una famiglia. Tutto questo mentre io fantasticavo su Gheddafi che limona duro col papa, tastandogli il culaccio grinzoso.
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-Il mio povero bambino… ucciso da un pazzo assetato di sangue…
-Su… fatti forza, madre del Gabbo. Nonostante mi rivolga a te, appellandoti in modo generico e impersonale, principalmente perchè non ho la benchè minima idea di come cazzo ti chiami, posso assicurarti che ti capisco e ti comprendo con tutto il cuore. Uno dei miei cinque bambini è venuto a mancare proprio sette giorni fa.
-Ma Jacopo, tu non hai bambini.
-Hai guardato in cantina?.
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Oggi parliamo di svantaggiati.
“Uh, ma che novità !” direte voi, “In genere si parla di premi nobel…”.
No no, oggi ritorniamo ad un tema già trattato in passato, ma che i suddetti diversamente abili mantengono attualissimo di anno in anno, a inequivocabile testimonianza del loro sacrosanto diritto a ricevere ospitalità  in un qualche centro ricco di gente che sbava, parla con le mosche e gioca con la merda.
Parliamo di catene di Sant’Antonio, nella fattispecie di una che gira ormai da anni ma che ultimamente è tornata alla ribalta, facendola da padrona su Facebook: la catena su come fare a pagare meno la benzina.
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