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-Signor Pogrom, credo di poter ritenere, con un discreto margine di sicurezza, che lei stia abusando del servizio sanitario pubblico, per trarne un qualche tipo di perverso appagamento sessuale!
-Ma dottore, lei per primo mi insegna l’importanza del controllo della prostata, quale indispensabile strumento utile alla prevenzione.
-Signor Pogrom, dall’inizio del mese, è la terza volta che viene a farsi controllare la prostata.
-Comprenderà dottore che la mia ipocondia, mi porti forse ad esasperare la regolarità dei controlli, ma questo nulla toglie alla loro assoluta necessità , sempre più spesso ribadita dall’intera comunità medica.
-Signor Pogrom, per quale motivo indossa un perizoma leopardato e un anello di cuoio nero stretto alla base del pene e dei testicoli, tanto da farli diventare entrambi viola porpora?
-Arrivederci dottore.
-Arrivederci signor Pogrom.
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Fu così che il dottore mi cacciò dal suo ufficio, sotto gli occhi di una dozzina di vecchie megere accalcate nella saletta d’attesa, che mi fissavano in silenzio con timoroso ma disgustato sdegno.
“Buona giornata signore!” salutai cordialmente, rimettendomi le mutande e i pantaloni.
ore 20:30
antipasto: crostini con confettura di cipolle dolci, patè di carote e semi di papavero
Sai, ti ricordo con nostalgia ai tempi del liceo. Ricordo la ragazza svagata e un po’ ingenua, ma di buoni sentimenti. Ricordo le ore spensierate passate insieme nei bagni della scuola, a parlare di tutto, fumando una sigaretta dietro l’altra. Ricordo quando corresti a piangere sulla mia spalla perchè il tuo fidanzatino ti aveva lasciata per la tua migliore amica. Ricordo le lunghe girate in motorino, sempre in due e sempre senza casco. Ricordo quando ti ubriacasti di brutto e mi telefonasti perchè ti venissi a prendere, senza sapermi minimamente spiegare dove ti trovavi. Ricordo le lunghe notti insonni prima dell’esame di stato, passate insieme tra studio, caffè è portaceneri ricolmi. Ricordo che dopo il diploma, per vari motivi, piano piano ci perdemmo di vista.
Sì, ricordo con nostalgia la mia cara amica dei giorni più lieti. Specialmente adesso che, neanche quindici anni dopo, scopro che si è trasformata in una intollerabile, irritante, imperdonabile ritardata del cazzo.
Scusami cara, ma non saprei in che altro modo definirti, dopo questa tua geniale trovata, gradita quanto Michele Misseri al ballo delle debuttanti.
Negli ultimi tempi ho avuto un po’ da fare. Tempo fa ho strangolato una biondina pugliese e l’ho gettata in un pozzo, così ultimamente sono stato occupato a scaricare la colpa sullo zio e la cugina. Spero che funzioni.
Comunque avevo bisogno di svagarmi, così sono uscito di casa e mi sono unito ad una manifestazione di estrema destra, indetta dal movimento Stärke und Ehre, aber ohne Negeren. Non giudicatemi male, non sono neofascista o neonazista. Odio il buonismo di quella gente.
Però vado a queste manifestazioni perchè sono il contesto migliore per agganciare donne frustrate e insoddisfatte, alla maniacale ricerca di attenzione e apprezzamento e che, per riceverli, farebbero di tutto. E fanno di tutto.
Sono il soggetto ideale su cui esercitare il proprio depravato istinto di predazione e su cui sfogare a briglia sciolta le proprie più perverse fantasie. Tutto ciò, rintuzzando qualunque rimostranza, facendo velatamente intendere che la loro accondiscendenza è tassativamente indispensabile affinchè possano essere apprezzate ed accettate come donne.
Il mio amico Fulgenzio nutriva così poca fiducia in se stesso, che si metteva il preservativo prima di masturbarsi. Un giorno, ubriaco, se ne dimenticò e prese l’AIDS.
Ho vissuto la mia infanzia nel periodo del boom dell’AIDS, quando genitori, scuola e media ti terrorizzavano con spaventosi racconti di infidi omosessuali che scalpitano dalla voglia di contagiarti, drogati che lasciano a giro le siringhe per infettarti, malati in bianco e nero con una inquietante aura viola e ogni genere di terrificanti aneddoti studiati apposta per traumatizzare i bambini. D’altro canto era puro terrorismo psicologico, utile più a terrorizzare e traumatizzare i bambini, che a fornire loro le informazioni necessarie a conoscere ed evitare il prodotto best seller di esportazionea dell’Africa Nera.
Capisco che sia estrememente divertente terrorizzare i bambini, ma era intollerabile la totale mancanza di informazioni. Quando a scuola ci parlarono per la prima volta del preservativo, si limitarono a dirci che serve a proteggersi dall’AIDS, omettendo totalmente di spiegarci cosa fosse e come si usasse. Ricordo che passai un mese a ingoiare un preservativo al giorno, prima che qualcuno mi spiegasse che andava srotolato sul pene. Allora passai un altro mese a tenermelo infilato 24 ore al giorno, stretto sul cazzo con gli elastici, prima che qualcuno mi spiegasse che andava messo solo per fare sesso. Cosa che feci prontamente al mio primo rapporto sessuale, quella sera con Tamara, prima che qualcuno mi spiegasse che magari avrebbe dovuto metterselo “lei”.
Tesoro, pur avendoti conosciuta appena cinque minuti fa e pur essendo annebbiato da una quantità di alcol notevolmente superiore a quella massima che mi consente di non sforare nelle molestie, capisco perfettamente il tuo punto di vista. Mi rendo perfettamente conto che viviamo in una società superficiale e meschina, che giudica le persone dall’apparenza. Una società basta sull’aspetto fisico, che rifiuta chi non rientra nei suoi crudeli standard. Una società senza cuore, che denigra ed emargina chi non è inquadrato negli ipocriti canoni di bellezza propugnati dalla tv. Quindi è ovvio che capisca e rispetti in pieno la tua volontà di non assomigliare neanche lontanamente ad una fottuta orrenda cicciona.
Mi rendo perfettamente conto dei sacrifici che fai per mantenere la tua esile silhouette da fotomodella. Capisco quanto sia dura dover rinunciare ai piaceri culinari, per alimentarsi soltanto di verdure lesse e semenze macrobiotiche. Capisco quanto sia sgradevole dover correre in bagno a vomitare, ogni volta che ti capita di mangiare un mezzo sedano al vapore in più. Capisco la difficoltà di dover passare due o tre ore al giorno a sfiancarti in palestra. Capisco lo sforzo economico dovuto al costante consumo di droghe, necessarie per poter sostenere simili ritmi. Però tu, cara ragazza, devi capire che tutti questi tuoi ammirevoli sacrifici non saranno vanificati dall’occasionale ingestione del mio sperma.
E’ bello avere amici nelle forze dell’ordine. L’altro giorno mi chiama un mio amico che lavora alla polizia postale e con voce concitata mi avvisa che gli agenti stanno per piombare a casa mia alla ricerca di materiale pornografico illegale con donne, uomini, vecchi, bambini, storpi, cadaveri, cani, gatti, cavalli, scimmie e foche monache. E’ evidente che avevano sbagliato persona. Non ho mai avuto video porno con gatti.
Comunque pochi minuti dopo sento bussare alla porta e, per evitare fraintendimenti, scarico due cartucce di pallettoni da cinghiale direttamente sul mio hard disk esterno, per poi andare ad aprire. Era la vecchia del piano di sotto, incazzata per aver trovato dei preservativi usati sui vasi di begonie. Diceva che devo mangiare meno pomodoro.
Begli scherzi di merda, il mio amico…
Poco dopo, mentre girovagavo pigramente per Mediaworld alla ricerca di un nuovo hard disk, mi cade l’occhio su un simpatico quadretto creatosi attorno alla colonnina promozionale del Nintendo Wii. Due bambini giocavano felici al tennis, saltando come grilli e scattando a destra e a manca per recuperare le palle, mentre pochi metri più in là un ciccione unto li fissava con un’aria che tradiva un misto di rabbia e preoccupazione.
Oggi, 15 febbraio 2009, una data segnata dall’infamia, il benemerito Giuseppe Bigazzi è stato improvvisamente ed intenzionalmente sospeso da La Prova del Cuoco, noiosossima trasmissione per vecchie casalinghe annoiate relegate in cucina, che aveva come unica attrattiva la presenza del suddetto Bigazzi.
Amante del bene mangiare e del bene bere, come ogni toscano degno di questo nome, il buon Bigazzi negli anni ha più volte messo nero su bianco questa sua passione pubblicando diversi libri, scrivendo su rubriche di gastronomia e ricevendo innumerevoli riconoscimenti. Insomma, non un pestamerde qualsiasi tipo gli opinionisti della De Filippi o i grandi giornalisti di Mattino 5, ma un competente, genuino e schietto divulgatore della divina arte culinaria.
E perchè mai i dirigenti della Rai avrebbero deciso di sospendere Bigazzi?
In un periodo di forte scontro tra fede e laicità , che coinvolge il nostro paese sotto il punto di vista sia sociale che politico, poteva forse Laydo non occuparsi dell’argomento?
Potevo forse io non pronunciarmi in merito, cercando allo stesso tempo di inoculare a viva forza un po’ di coatta erudizione nelle vostre testoline di guano, tanto obnubilate dalle vacue facezie televisive quanto impermeabili agli stimoli della cultura?
Ecco quindi che, nell’arduo tentativo di digrezzare voi marrani e contemporaneamente dimostrare tutto il mio apprezzamento alla religione e alla Santa Sede, ho deciso di recuperare uno dei nostri primi articoli, datato 15 settembre 2008, rivederlo e ampliarlo con una più approfondita analisi di un personaggio purtroppo omai defunto, ma che le sue stesse opere hanno consegnato all’immortalità , in un tripudio espressionista che non trova eguali nemmeno nella produzione di Fritz Lang o Robert Wiene.Â
Chi lo conosce avrà quindi un’occasione in più per godere ancora della sua magnificente opera. Chi non lo conoscesse può invece, grazie a questa piccola antologia, mettere una pezza alle sue gravi carenze culturali da burinissimo italiano medio.
I primi otto video sono considerati un po’ l’opera magna del Fiorucci. La qualità audio e video non sono delle migliori, ma ciò non preclude minimamente il valore artistico e umano di queste opere, fortunatamente giunte fino a noi.
Vogliamo quindi ripercorrere la sua produzione, evidenziando i punti salienti delle creazioni di un artista, purtroppo escluso dal gotha del mondo dell’arte e ostracizzato dalla chiusura mentale e dall’esasperato, e spesso falso, accademicismo che va oggi per la maggiore nei più blasonati atelier di presunti artitisti.
Ripercorriamo quanto il Maestro ci ha donato, con la grata consapevolezza del fatto che solo chi è ricco può permettersi di donare.