Guardati, fai schifo! Sei uno spregevole e inutile rifiuto! Non vali neanche lo sporco che ho sotto la suola delle scarpe! Spero di vederti morire, disgustoso lurido verme strisciante senza dignità!
Con queste parole, quella insensibile concluse il carico di offese che mi urlava sadicamente addosso da almeno venti minuti. Dopodichè mi sputò in faccia con disprezzo e mi colpì a tradimento con una ginocchiata tra le gambe. Sentii una terribile esplosione di dolore al basso ventre e crollai a terra svenuto.
Ripresi conoscenza dopo circa un quarto d’ora, sdraiato nudo sul freddo pavimento e pieno di lividi ovunque. Mi alzai dolorante togliendomi la ball gag (per voi ignoranti), mi rivestii, pagai la Sadika Mistress e me ne andai discretamente soddisfatto.
Ero ancora talmente dolorante che camminavo a fatica e di certo non avrei potuto guidare. La sera prima mi ero previdentemente portato dietro Petru, un bambino zingaro di 8 anni, lasciandolo tutta la notte in macchina ad attendermi, per farmi da autista la mattina dopo. Peccato che al mio ritorno fosse ubriaco fradicio di grappa da due soldi, da lui personalmente distillata nei barattoli di latta del mastice.
La cosa mi colpì davvero tanto. Voglio dire, un bambino così piccolo dovrebbe essere a dormire al caldo delle coperte rincalzate dalla madre amorevole, non completamente sbronzo di metanolo e Bostik, chiuso in un auto coi vetri oscurati a tre ore dall’entrata a scuola dei suoi coetanei. Dio mio, il degrado! Cosa sta succedendo a questo paese?
Così lo chiusi a forza nel bagagliaio, ignorando le sue maledizioni e sforzandomi di trovare una qualche utilità in quell’odioso inaffidabile vizioso marmocchio che avevo vinto qualche giorno prima in una partita di poker al campo rom.
Il padre aveva perso sodo e mi doveva 2800 euro. Inizialmente voleva pagare il debito rifilandomi la figlioletta di 12 anni, ma io ovviamente non avevo la minima intenzione di farmi appioppare una femmina incinta.
Quando glielo dissi, mi rispose che non c’era nessun problema: bastava farla abortire, lì sul momento. Così l’afferrò per le trecce unte, apprestandosi a piazzarle una pedata nella schiena per gettarla nel fosso lì accanto, ma gli feci intendere che non me la sarei presa comunque.
Dopo una lunga trattativa a base di sigarette e vino rosso rubato al supermercato, ci accordammo su un equo pagamento: Petru e 2700 euro.
Più la ragazzina ruzzolata giù nel fosso. Così, giusto per vedere la scena.
Due volte, perchè la prima ero distratto.
Una scena spassosissima, che ho descritto con dovizia di particolari alla carissima Erika de Nardo, finalmente libera, con cui ho intrattenuto per anni una appassionata relazione epistolare da quando, circa dieci anni fa, cominciai a inviarle lettere sconce in carcere. Povera ragazza a cui finalmente ho offerto un drink e un sorriso, dopo anni di prigionia e grigia disperazione. Mi commuove sempre vedere una inerme ragazza disperata, terrorizzata e in lacrime che chiede aiuto. Mi ricorda la mia prima volta.
Tornando a noi, cosa dovevo fare di quel dannato moccioso? Ero seriamente tentato di seguire i consigli della cara Erika che ha un modo tutto suo di trattare coi bambini, ma accantonai subito l’idea. Voglio dire, mettetevi una mano sul cuore: mi era pur sempre costato un centone. E poi non sono molto portato per la violenza gratuita. Non a caso, quando giravo con gli squadroni di Ratko Mladic, venivo pagato lautamente per sparare sui civili bosniaci. O ero io che pagavo… non ricordo bene.
Venderlo al traffico clandestino degli organi, non se ne parlava. I ricchi papponi che si approvvigionano presso quel florido mercato, non vedono di buon occhio fegati cirrotici, polmoni cotti da solventi chimici da abuso e sangue immacolato quanto uno spurgo della fogna di Nairobi. Alla luce di quest’ultima riflessione e valutando la cosa in una lungimirante quanto tarda ottica di investimento a lungo termine, col senno di poi credo che la mia decisione di rifiutare la sorella incinta sia stata forse un po’ troppo affrettata.
Il bimbo cirrotico invece avevo provato a scambiarlo a copertura del mio debito con Arif, il pakistano aperto 24 ore al giorno, da cui spesso mi rifornisco a tarda notte di sigarette, rum e Flunitrazepam. Adoro il suo negozietto, con quel fascinoso squallore che non sfigurerebbe a Varsavia nel ’42. Compresi gli ebrei chiusi in cantina. Solo che in questo caso la porta è sbarrata dall’esterno.
Purtroppo Arif non accetta pagamenti in minorenni drogati e inclini alla delinquenza, specialmente se alle prime armi. Alla fine mi toccherà pagarglieli in contanti quei tre pacchetti di Philip Morris.
E intanto il piccolo bastardo continuava ad urlare, a dimenarsi e a dare colpi nel bagagliaio, urlando insulti e minacce. Insopportabile! Se fossi sua madre lo prenderei a schiaffi. E se fossi suo padre, prenderei a schiaffi lui e sua madre.
Pensandoci meglio, forse sarebbe stato più calmo, senza quei nidi di vespe gettati nel bagagliaio assieme a lui, ma ormai era tardi. Tanto valeva lasciarlo lì dentro a smaltire la boria.
A proposito, buon anno carissimi! Che avete fatto per le feste?
Avete spaventato i cani coi petardi? Avete sparato ai cinesi a Roma? Vi siete goduti mare e relax con Costa Crociere? Avete pisciato sui talebani morti?
Suvvia, non storcete il naso fingendo indignazione. Anche io una volta ho pisciato su un cadavere, ma credevo fosse viva. Non mi ero accorto che i nodi fossero troppo stretti.
Se solo avessi ricordato le parole di mio nonno… Quando ero piccolo, spesso mi teneva sulle ginocchia, seduto sulla sua sedia a dondolo davanti al caminetto, e mi diceva solenne: Ricorda Jacopo, nel sesso estremo è importante stabilire sempre una safe word. Ma non funziona con le sordomute.
Un maestro di vita mio nonno. Perlomeno prima che l’alzheimer gli mandasse il cervello in pappa, trasformandolo in un vecchio coglione che beve il suo piscio e assilla i presenti con i soliti noiosi monologhi che nessuno ha interesse ad ascoltare.
Se si facesse crescere il codino, potrebbe essere un’egregia cover band di Pannella.
Giusto a tal proposito, ma i radicali che aspettano a rinchiuderlo in un ospizio di Monrovia? O sono troppo occupati a difendere camorristi e delinquenti in genere? Non vorrei sembrare preda di irrazionali pregiudizi e incapace di comprendere le complesse quanto affascinanti dinamiche sociali e culturali che da sempre rendono variopinto e variegato l’eterogeneo melting pot di questa nostra penisola, ma uno che si chiama Cosentino e viene da Casal di Principe io lo ingabbierei sulla fiducia.
Come se poi fosse una così terribile tragedia mettere qualcuno in gabbia.
L’ultima volta che ho visto uomini in gabbia, ero stravaccato su un divano zebrato con in mano il mio sesto gintonic, e lanciavo loro dei soldi perchè se lo ciucciassero a vicenda.
27 Commenti
PRIMO!
primo!
Troppo tardi caro!
In ogni caso mi sfugge la pertinenza del titolo.
Hype, suppongo.
immagino che cercare una pertinenza nel titolo sia come cercare un filo logico nel testo.
In ogni caso bentornato, Jacopo Pogrom. Ero in crisi di astinenza.
e porcoddio, ora cominciate anche qui con questa stronzata del primo?
Ero in Ungheria a prendere botte a Siofok. Eccitati come biglie d’acciaio nel sottosuolo dell’isola di Lost ci accasciamo su una panchina a riprenderci dopo la nottata passata in discoteca tra buttafuori e cubiste lignee.
Mi distraggo, e c’è una zingara che mi massaggia il cazzo mentre mi tasta il culo alla ricerca del portafogli – che non c’era, ed è qua che mi incazzo: che non solo fai schifo non ti lavi e rubi per vivere, ma pensi anche che io sia un coglione, io che c’ho tipo due lauree e leggo Laydo, dove si impara che la vita non è mica tutta come in Smallville.
Al mio socio va quasi meglio e ne ha due, una vecchia di merda ed una troia incinta che si lascia smanare le chiappe.
Mi divincolo e sono tutto un paladino di stocazzo mentre le dico “I’ll call the police, get the fuck out”.
La sua risata. E’ la prima volta. La prima volta che dubito del socialismo.
sei un grande
dio serpente avvelenato!!!!
madonna tubercolosa!
stocazz, che minchia sono quei link?
LA SUBLIME LIBAGIONE
Una cacca in decomposizione.
Il mio davanzale della finestra,
proprio quella da dove ti spio.
Tu passi, di fretta, poc’oltre ti fermi,
le maglie scollate quei seni abbondanti
pieni di sporco di sangue di linfa.
Un giorno ti ammalerai.
La cacca è lì da mesi. La feci poco dopo l’inizio dell’autunno, quando le foglie sparse sui viali hanno lo stesso colore delle deiezioni un po’ grasse. È adagiata in una scatola che tengo sul davanzale della finestra, dietro le persiane costantemente chiuse.
L’odore nauseabondo, la crosta stantia
che cela nel cuore manipoli di vermi.
Tu passi lì sotto, per una attimo l’occhio
la cacca e il tuo corpo confonde in uno.
Una ragazza, non splendida ma con dei seni notevoli, dalla forma bizzarra che ai più parrà senz’altro sgradevole, passa ogni giorno sotto casa mia. Si fonde il suo viso con l’odore della cacca decomposta, la fragranza di sudore marcio delle sue tette si lega con l’orrida deiezione marcia.
Non ti avrò mai. Intera.
Ma una parte di te sì.
Quella cacca che per un attimo
un battito d’occhi un istante
si fonde in te.
Bentornato, orrido metropolitano! Non sei ancora morto di setticemia?
no, porcoddio, non rivolgergli la parola a quel disagiato!!!
se si accorge che la gente lo osserva, si richiude per altri sei mesi nella sua cassapanca piena di merda!!!
Sono commosso, è tornato Jacopo Pogrom e pure l’Orrido Metropolitano è ancora vivo! Grazie di cuore.
ci manca che torni a scrivere anche bucknasty, per farmi un festoso segone alla finestra.
GIOITE ! ESULTATE !!! ALELUIA!!
Il Divino Otelma ha voluto epifanizzarsi su un’isola tropicale per la felicità degli umani !!!!
HA richiesto di essere accoppiato alla Sua Diletta Allieva Luxuria per celebrare l’amore socratico.
La trasmissione cambierà titolo: in onore del Divino Otelma di chiamerà L’ISOLA DEI RICCHIONI !!!!
All’elenco risultano, come ricchioni ufficiali: Malgioglio, Cecchi Paone, Luxuria e, dulcis in fundo, il Divino Otela.
Però ci sono anche i ricchioni mascherati, clandestini, quelli che non si sono “dichiarati”.
Tuttavia durante quel vortice il corpo di G., per quanto imbrigliato saldamente nelle cinture di sicurezza, era stato sbattuto di qua e di là e il crocefisso appeso allo specchietto retrovisore si era trovato miracolosamente tra il tetto dell’auto e il suo cranio. La sua forma appuntita e la sua durezza gli conferivano un coefficiente di penetrazione tale per cui attraversò il cranio di G. come se fosse burro e andò a infilarsi nella corteccia prefrontale dorso laterale del cervello, facendo scempio di tutto ciò di organico che provava a frenare il suo scivolare.
http://loltreuomo.blogspot.com/2012/01/hai-sempre-voluto-un-animale-di-taglia.html
Tuttavia durante quella gang bang, il corpo di G., per quanto imbrigliato
sadicamente nelle cinghie di cuoio nero, era stato sbattuto da bianchi e negri e
il crocefisso appeso al baldacchino si era trovato miracolosamente tra il pavimento dell’auto e il suo culo. La sua forma appuntita e la sua durezza gli conferivano un coefficiente di penetrazione tale per cui attraversò l’ano di G. come se fosse burro e andò a infilarsi nel retto fino ad arrivare al colon, facendo scempio di tutto ciò di organico che provava a frenare il suo
scivolare.
Partiamo dal presupposto che il più delle volte ci hai messo mesi prima di riuscire ad uscire con la fantomatica. Perché siamo onesti, quando di una non te ne frega un cazzo tutto è facile… ma quando una la vuoi davvero e senti un qualcosa diverso dal solito irrigidimento nei boxer… le cose si complicano in maniera esponenziale e tutto sembra collaborare per complicarti la vita: il lavoro, il tempo, gli eventi, i turni di chiusura, le mestruazioni, la salute, le stelle… tutti fattori riuniti con il solo scopo di rompere il cazzo! Ma giunge al fine un momento in cui tutto apparentemente si risolve, le nebbie si diradano e tu sei pronto per giocarti la tua occasione: ti fai una doccia come era da tempo che non facevi (lavi anche nel mezzo alle dita dei piedi ed arrivi a sciacquarti il pisello 2 o 3 volte per essere sicuro di non sfigurare) ti radi, ti sistemi i peli delle orecchie e del naso, perdi mezzo litro di sangue con il filo interdentale, ti tagli le unghie dei piedi rischiando di spaccare lo specchio con le schegge di quelle che una volta erano unghie ma che oggi avresti potuto ferrare.
Indossi i tuoi boxer preferiti perché, diciamocelo, anche se la conosci appena e non hai idea nè di chi sia né di a cosa stai andando incontro, dentro di te vive la speranza che dietro a quel sorriso fresco ed a quello sguardo attento che ti hanno tanto colpito si nasconda una novella Moana Pozzi che faccia del tuo pene carne da hamburger. E ovviamente vuoi essere preparato al meglio evitando con piccoli accorgimenti quelle due o tre cose che sarebbero in grado di richiudere la faglia di sant’andrea, figuriamoci le cosce della agognata… tipo il calzino corto e/o bianco (peggio che mai gli spugnoni da ginnastica sulla timberland invernale… che sarebbero stati in grado di far passare la voglia a messalina) o i boxer larghi modello paracadute… che son tanto comodi ma a vedersi son francamente ridicoli… specie se ti esce una palla o dietro mezzi ti si son infilati nel culo! Lavi i denti tre volte, caramelline a tutto sdeo messe ovunque, macchina lavata… ok sei pronto e parti sicuro come un puma.
Comincia la serata.
La vai a prendere e NON sono MAI pronte, MAI! Solitamente l’attesa è direttamente proporzionale al tasso di fica della suddetta ma non è da sottovalutare la variabile abbigliamento (una bella fica perizzomata e scollata può farti stare ad aspettare anche un ora e mezza come se niente fosse con un semplice: “sono le otto e sei già qui? ma non era alle nove e mezza?”) ed in questo lasso di tempo tu non puoi assolutamente fare niente perché se è estate e scendi di macchina il cambio di temperatura ti fa sudare come un galeazzi qualsiasi e la camicia ti si pezza all’istante… e se è inverno rischi la congestione perché ovviamente per fare il guappo sei in maniche di camicia anche se fuori il freddo ha sterminato ogni forma di vita. Dopo un periodo che varia dai 20 ai 120 minuti per quanto spiegato… appare all’improvviso come la madonnina di fatima e tu, pensando “stasera ti rompo”, accenni un sorriso sornione e le apri la porta.
Sale in macchina e se fumi storce il naso per l’odore ed apre all’istante tutti i finestrini portando la temperatura interna a -6º se inverno o a +38º se estate (rovinando ½ ora di aria condizionata che tu hai sopportato senza fiatare per farle trovare il giusto ambiente al suo arrivo)… se non fumi e non hai MAI fumato accende una marlboro light o una philip morris blu (fumano solo queste due marche) e te la spenge dopo 3 boccate dove tu, da sempre, tenevi gli spiccioli fino a 5 minuti prima.
O lo stereo è troppo alto e lo spenge perché non riesce a parlare o la musica che ascolti non piace e, siccome sono moderne ed emancipate e quindi conoscono ogni tipo di stereo, si mette a spippolare cancellandoti immancabilmente tutte le stazioni pre-registrate e sovrapponendo a RADIO FRAGOLA la solita 105 di merda.
Arrivi al ristorante e DEVI parcheggiare vicino, ed anche se a 3 metri dalla porta del ristorante c’è il parcheggio dell’ipercoop te la DEVI mettere in tripla fila ad altissimi rischio multa / moccini sul cofano / righi spregiosi sulle fiancate.
O è vestita come una puttana e te passi fiero in mezzo alla sala gremita, perchè tanto il tuo tavolo è sempre in fondo, e si girano TUTTI ma te prosegui indomito facendoti largo tra orde di silenziose risatine e subdoli “hai visto che popò di farda c’ha lulì?”, o è accollata come una suora e distrugge con occhiate sataniche il resto della sala spargendo invidia e disprezzo come nemmeno il fu Romeo fece con il sale contro il Cesena.
“Mmmh che famona che ho” è di solito la prima frase che pronuncia sbattendo le ciglia una volta che ha scelto il posto al tavolo lasciandoti di spalle e solitamente rivolto verso il cesso… e di conseguenza ordina sempre TUTTO quello che il cameriere propone, contorno di insalatina mista compreso.
Assalta l’antipastino di mare con una voracità imbarazzante che ti fa pensare “se fa i pompini con la stessa voracità con cui diluvia la zuppetta di cozze stasera me lo stacca!”… e poi ti ritrovi a scofanarti il tuo primo e + di ½ del suo perchè lei è già piena alla prima forchettata.
Poi si passa al fritto misto, un piatto che fino ai primi anni sessanta non esisteva e che è stato inventato appositamente dai tremendi ed espertissimi ristoratori durante gli anni d’oro di Capri solo ed esclusivamente per farlo ordinare dalle fighe: è solitamente il più caro della lista e quindi prediletto dalle suddette, ma c’è da dire che in questi ultimi anni sta prendendo piede in maniera preoccupante quello che senza timore possiamo definire la madre di tutte le inculate: l’astice alla Catalana, di cui però volutamente non voglio parlare perché mi commuovo pensando a quante e quante e quante volte me lo hanno stirato nel culo con quei cazzo di ragni rossi con il guscio affogati in un mare di cipolle e carote crude!!!!! e quindi torniamo al nostro frittino: DA NOTARE che mangiano sempre ed esclusivamente i totanini… le più sofisticate scartano anche quelli con “le gambine” e lasciano a te tutta la paranza e quei cazzo di famigerati gamberetti di merda che se li pulisci con la forchetta distruggi il gambero e se li pulisci con le mani ti entra sotto l’unghie un puzzo di bidone del sudicio che ti porterai dietro per tutta la sera…
Ti fa DI LEGGE ordinare il vino, rigorosamente bianco e frizzante (!!!) e ne beve avida UN bicchiere quando arriva, brindando alla serata che ci aspetta. Tutta la boccia restante ti tocca poi berla a te e di solito si tratta di quei cazzo di surrogati di prosecchi di mele gassati come una fanta! e poi a fine pasto, quando manca un centilitro alla fine della boccia ed una forchettata a finire il piatto, vuole il SECONDO ED ULTIMO bicchiere di vino.. Dentro di te pensi che certa gente non merita di respirare la tua stesa aria, ma quegli occhioni ti farebbero fare qualsiasi cosa e… tonfa ne ordini un altra boccia che puntualmente poi diluvi perché sei un alcolizzato, perché il cibo è salato come il sinai e perché comunque costa 14 €uri e ti gira il cazzo lasciare li la bottiglia mezza piena… E siamo al dolce! La tua situazione è gia tragica: sei assaltato dal doppio primo che ti si ribella in pancia, stomacato dal puzzo del fritto, annebbiato dall’alcool del doppio proseccaccio, arrapato come un daino dalle cosce tornite del budellone che hai più volte sbirciato da sotto il tavolo…. e dalle puppe giganti del troione del tavolo di fronte (che puntualmente se la tromba qualche vecchio bavoso con il bmw) i pantaloni ti premono in maniera imbarazzante contro quello che definire buzzo del briao è un eufemismo e non sei in grado di mettere in bocca nemmeno uno stuzzicadenti….. MA LA PANNA COTTA LEI LA PRETENDE!!! magari ben smerdata da qualche salsina al mirtillo russo o fragoline delle suorine monche del monastero di mazzanculo sul merda…
Ecco, io vorrei parlare con quella merda che ha inventato la panna cotta e fargli una semplice domanda: o testa di cazzo, ma lo hai mai assaggiato uno sgroppino fatto a modo? Io sono convinto che alla 1ª riunione mondiale segreta dei ristoratori (la stessa in cui decretarono piatto femminile per antonomasia il fritto misto per le zone di mare e la tagliata rucola e parmigiano per quelle di terra), questi subdoli esserini, tutti piegati alla Enrico Cuccia e con la loro parola d’ordine segretissima (limoncello) si siano accordati per trovare l’ennesima inculata da propinare agli ignari avventori. Perchè parliamoci chiaro: quando porti fori una fia a cena, anche se lei ordina spiedini di panda e te sei socio fondatore del w.w.f., non una sola smorfia di disappunto apparirà mai sul tuo impavido viso. E questo i ristoratori lo sanno, se lo tramandano di padre in figlio come la partita iva ed il libro della contabilità in nero… e tu sei solo un inerme vittima nelle loro mani, uno scemo a cui chiedere qualsiasi sacrificio e qualsiasi cifra.
Un ristoratore, anche se padrone della peggio bettola, è automaticamente autorizzato a chiederti QUALSIASI cifra come conto a patto che vengano rispettate le seguenti condizioni: a) presenza sul tavolo di almeno 1 (una) boccia del + improbabile prosecco di chissà quale cazzo di valle b) presenza nel menù del famigerato frittino e di primi piatti abbelliti da nomi a prima vista incomprensibili, ma che nascondono cazzate di una semplicità disarmante (io una volta ho mangiato una piattata di penne “tramonto estivo” fingendo di conoscere già quella particolare pietanza, salvo poi ritrovarmi a combattere con la + tremenda delle arrabbiate) c) presenza nel menù della odiata panna cotta (il tocco di classe sono gli intingoli che questi bastardi ti ci infilano sopra… li non son mai parchi ed anzi ti ricoprono la già merdosa mappazza con questi sciroppi di foca… succhi di pinoli e ghiande… ghiaia macinata ma fine fine…) d) pronunciare le 2 frasi storiche del ristoratore: 1) posso offrirvi un limoncello 2) serve la fattura o faccio io?… frasi che dopo dipaneremo
Amaro (tonfa), caffe (corretto allo stravecchio per te, decaffeinato per lei… e non mi dilungo oltre sui mille tipi di caffe che possono chiedere le fie perché sennò non basta word)… e conto! Se fai tanto di provare solo per finta ad ordinare un montenegro, vieni squadrato come un lebbroso e come se non bastasse vieni esposto al pubblico lubridio perchè qualcuno dai tavoli vicini ti guarda e sorride come a dire “oh demente, ti offrano il limoncello, cosa ordini il montenegro a fà?” Allora te provi a rifugiarti in corner dicendo, sai, per digerire qualcosa di forte è l’ideale… che so… tipo la grappa… (e lo dici ammiccando al cameriere quella bella boccia di prime uve di Poli che hanno in bella vista vicino alla macchina del caffè)… al solo pronunciare la parola grappa alla divina si inumidiscono gli occhi e ti stende con “io non sopporto neppure l’odore, mi da la nausea!”
A quel punto bestemmiando il Cristo Creatore sorridi annuendo ed accampi il classico… “anche io non capisco come facciano a berla, stavo scherzando… figurati mi vengono i brividi se penso a quanto tempo mi ci vorrebbe per digerirla… non l’ho mai bevuta, sia chiaro, ma mi da l’idea di pesannnteeee”. Non è rimasto altro da fare se non versarsi una bicchierata di quella merda di limoncello che TUTTI fanno in casa con i loro limoni (io vorrei sapè dove li piantano a Pisa i limoni, in lungarno?) e che fino a che qualcuno non si alzerà in piedi urlando “QUESTO LIMONCELLO FA CAA’ LA MERDA!!!!!” continueranno a propinarci come novella ambrosia!
Ed ora vengano le risa (o i cazzi)! Visto che la maiala è praticamente nuda te ti chiedi “o ha un innesto sotto pelle con il portafoglio o non ha portato mille lire!”… e puntualmente ti frughi come una banca, il che di per se non è né una novità né un problema… ma è il principio del darlo per scontato che ti fa girare il cazzo… ma sei infoiato e briao mezzo e, ovviamente, passi oltre. Nemmeno leggi la distinta scritta a mano da un semianalfabeta che ha appena comprato l’attico in piazza d’azeglio, e ti accartocci in tasca il sanguinoso foglietto a quadretti da cui spicca solo la cifra 110,00 €, lasci anche 5 € di mancia a quel pucioso cameriere con le unghie sporche, il quale magari oltre ad averti trombato la fia con l’occhi ti ha anche scaracchiato nelle vongole!!!!! E dentro di te pensi… menomale ha fatto lui e mi ha fatto lo sconto, perchè ho solo 120 €uri in tasca e mi toccava pagà con il bancomat che è 10 giorni l’ho finito sai che figura di merda… ma andate in culo, speriamo bruci stanotte questo covo di satana.
Il copione vuole che a questo punto l’infame gestore mandi la classica di rito: posso offrire qualcheccosa? un “uiskino”? E mentre te pensi di sgollarti un bel civas (che ti fa venire la cappella come un riccio dell’antica gelateria del corso), come ciliegina sulla torta della sbornia pesa che hai ma devi fingere di non avere… lei finalmente rivolge per la prima ed unica volta parola alla servitù con un laconico “no, grazie”.
Tu sai che la madonnina piangerà per le cose terribili che stai pensando del su santo figliolo, ed a te non solo non importa, sed etiam ne provi piacere.
Esci barcollante dal ristorante, con una fava che non ti sta nei pantaloni, ma cerchi di mantenere qualche metro di distanza perchè DEVI curreggiare… visto che non lo fai da + di 2 ore ed hai la vescica piena del fantomatico prosecco che preme come le fans dei take that all’apertura dei cancelli dell’unico concerto del 2000 in europa… fingi allora di esserti dimenticato il bigliettino da visita per consigliare quel posto a chi ti sta veramente a cuore (o meglio sul cazzo, puttanadellaeva 110 €uri me lo hanno fatto piccino il culo!) guadagni spazio ed espleti! Annusando il tremendo petone giuri di metterti a dieta e di darti una regolata, raggiungi la tua lei che è già davanti alla portiera manco fosse sua, monti in macchina che nel frattempo è rimasta l’unica a visione di uomo, rigorosamente in mezzo alla strada e semiricoperta da uno stuolo di moccini.
Togli con indifferenza la multa, sbirci appena i 45 €uro della cifra prima di accartocciarla pensando a come fosse bello al tempo dei romani, quanto i santi invece che venerarli li bruciavano vivi o li mangiavano i leoni… ti volti verso di lei, le sbirci le cosce e poi noti che le scarpe che la maialona indossa non le hai mai viste nemmeno nei migliori porno di tele+ con cui in passato ti sei sfilato di seghe. Accenni un sorriso e scatta una delle domande + brutte che una fia possa fare ad un uomo dopo: “mi ami?”… ossia: COSA FACCIAMO?
Ma cazzo, come cosa facciamo… ma non lo leggi nei miei occhi che ho bisogno di strapparti le mutande e di penetrarti prima che sopraggiunga l’orchite?
“Sai, mi sono venute oggi le mestruazioni e sono un po’ stanca… sono stata benissimo… grazie della serata… chiamami domani… grazie di avere offerto te… la prossima volta pago io non si discute… sei proprio divertentissimo… piripi…piripà..” Sono in questi momenti che cominci a capire Donato Bilancia… e pensi che in fin dei conti lui in carcere, con 2 pasti al giorno e la televisione a colori, non se la passa poi male… fantastichi con la mente sognando di uno stato anarchico in cui l’omicidio sia finalmente depenalizzato e pensi a dove hai messo la chiave inglese del 24… poi l’attimo di follia svanisce e te provi il gesto della disperazione.. tipo quei calci d’angolo in cui sale anche il portiere e che tanto appassionano il pubblico perché stringono il cuore…
Hai 2 possibilità ma non puoi giocartele tutte e due, una esclude l’altra… a) ci beviamo una cosa in quel localino vicino a casa tua…..? b) facciamo 2 chiacchiere sotto casa….?
Il 99% dei casi la risposta alla domanda a) è sempre negativa… anche perché non potrebbe essere altrimenti. Solo gli alcolizzati come te ed i tuoi amici, dopo un americano come aperitivo, 2 bocce di sidro spacciato per nettare “prosecchiaco”, un corretto allo stravecchio e diverse bicchierate del fetido limoncello avrebbero il coraggio di mettersi altro liquido alcolico in corpo. Ti butti quindi a corpo morto sulla b)… ma vieni liquidato con la merdosa frase di circostanza: “Era tanto che non passavo una serata così… sei davvero un ragazzo straordinario… è successo tutto così in fretta… meglio che salga altrimenti chissà cosa potrebbe succedere…” sorride, ti passa una mano tra i capelli, ti sfiora le labbra con le sue ed esce dalla macchina come se la stessa stesse precipitando da una scarpata. Mentre te sei ancora incantato sul suo culo sbavando sui contorni di quel malizioso perizoma… si gira di scatto, ti sgama in pieno, sorride e ti dice “ti chiamo!” sparendo irrimediabilmente nel portone.
Parti, fai dieci metri, scoreggi… ti sganci la cintura ed accendi il cellulare, dove ti arrivano 16 messaggi di quei coglioni dei tuoi amici in cui il + fine ti ha scritto “Gigi slabbrala”. Scoreggi. Ti avvii zigzagando verso casa e sei perfettamente conscio che l’invocare il maligno ti farà solo finire all’inferno… ma l’unica cosa che placa la tua ira sembra essere quella!!! Ti accendi una sigaretta, scoreggi ed arriva un SMS!… è lei! “Non riesco a dormire, vorrei tu fossi qui vicino a me. A prestissimo”.
Inchiodi la macchina in mezzo al viale del pisorno, mentre fai manovra per l’inversione ad U ritorni in te, ridi, bestemmi, rinunci e prosegui verso casa. Scoreggi. Fai un rutto che è tutto un programma. Scoreggi. Ridi. Hai sete.
Che ore sono? Mezzanotte e cinquanta… forse se mi movo 2 canne in piazza le trovo ancora!!!!!
Grazie Laydo, quando leggo i commenti/racconti tipo “dioluponeincrudelito” mi sento in paradiso.
Un commento elogiativo:
SAMeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeNT !!
Ma questo dioluponeinferocito quanti giorni ci ha messo per scrivere questo post? Avrà consumato due o tre tastiere.
Secondo me è un effetto della mancanza di MINCHIA a meno che non glòi è andato in corto cirtuito il dildo elettrico.
Violo solo per una volta il silenzio impostomi per raccontarvela.
C’era un gruppo di persone nella hall (diciamo così) dell’albergo e la tv accesa.
Quando è comparso il Mago Otelma sullo schermo…..un subbisso di pernacchie e qualche complimento. A volo a volo ho còlto: “…ricchione…scurnacchiato…mappina…cessaiuolo…”
Allora ho capito perchè si deve a Lui l’impetuoso sviluppo in Italia della tecnica delle pernacchie.
Il fatto è che anche qualche zoccola ucraina tentava di spernacchiare senza riuscirvi, e sui capisce, loro l’aria la aspirano, non la emettono.
Non appena il Divino Mago apriva bocca si sentiva: “Chiure o’ cess!” (chiudi il cesso). La conclusuione è stata che la povera ragazza delle pulizie ha dovuto lavare lo schermo della tv perchè gli schizzi delle opernacchie lo avevano appannato. Salute e tutti voi e….Otelma Isi Tau.
La brutta copia di Svart Jugend…
Leggo anche io sj, ma mi sa che sia arrivato un po’ dopo eh.
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[…] fa, parlando con il padre di Petru, tra una sigaretta e un pompino da sua figlia incinta, ho scoperto che esiste un cospiquio giro di […]